Dream island!

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lunedì 3 gennaio 2011

Un natale imprevisto (parte 2)

Fu Angelica che si svegliò per prima, a causa di una folata gelida che le sfiorò il viso.

Sbatté lievemente le palpebre e si tirò su il bavero del maglione, girandosi verso il retro del sedile per capire da dove provenisse il freddo.
Un ragazzo alto, con lunghe treccine nere, una felpa ampia e jeans cadenti, stava guardando sistemando nel vano bagagli la sua sacca, tenendo il finestrino leggermente aperto.
Seccata la ragazza fece per dirgli di chiudere, ma qualcosa nel suo portamento la bloccò.
Si strofinò gli occhi, svegliandosi di colpo dal dormiveglia e fissandolo con più intensità.
Le luci erano basse e non riusciva a scorgere il suo viso, ma aveva l’aria così familiare che Angelica non riusciva a staccare lo sguardo. Deglutì più volte, cercando di metterlo a fuoco, mentre un pensiero si faceva strada in lei.
Era assurdo, ma somigliava in modo dannatamente vero a Tom!
Provò l’istinto di svegliare Sarah, ma qualcosa all’ultimo momento la fermò! E se tutto quello che vedeva non era vero? E se fosse solo una sua impressione? O peggio: e se l’amica le avesse riso in faccia?
Si mise in una posizione più comoda e cominciò ad osservarlo.
In effetti gli somigliava molto: l’abbigliamento, la postura sicura, i capelli intrecciati e coperti da un cappello/bandana … eppure … qualcosa non la convinceva.
Sospirò e in quel momento il ragazzo alzò gli occhi su di lei, fissandola.
“Ti ho svegliata?” chiese con una voce molto melodiosa.
Angelica sentì il sangue schizzarle al viso e alla testa e dovette respirare profondamente, per impedirsi di svenire all’istante. Rendendosi conto che lui la fissava ancora, scosse con energia la testa, ma non riusciva a spiccicare parola.
Aveva una voce f-a-v-o-l-o-s-a!! Caspita, aveva sentito il freddo sparire di colpo e la sensazione di calore le stava facendo formicolare le dita dei piedi!
Si mosse imbarazzata, cercando di far passare il caldo, ma non osava sventolarsi con le mani: che razza di situazione!
“Ti da’ fastidio il finestrino aperto?” le chiese ancora, indicando lo spiraglio aperto.
“NO!” rispose subito e le sembrò di aver gridato, tanto aveva risposto di botto.
Che diamine le stava succedendo?
Si alzò in piedi cautamente, attenta a non svegliare le amiche e si appoggiò al seggiolino alle sue spalle.
“Non so cosa mi ha svegliata … una sensazione, un rumore …” scosse la testa, mentre si rendeva conto che stava parlando con un perfetto sconosciuto, su un bus semideserto, provando la strana sensazione di conoscere quel ragazzo.
“Magari sarà stata un movimento del bus!” le disse lui, sorridendo.
Angelica fissò come ipnotizzata il suo sorriso, avendo sempre più la sensazione che quel ragazzo fosse Tom.
“Io sono Angelica!” disse di botto, allungando la mano nella sua direzione.
“E io David!” le rispose il ragazzo, continuando a sorridere e stringendole la mano.
Una piccola scintilla si spense nel suo cuore, realizzando che, visto da vicino, il ragazzo non potesse essere il vero Tom. Il suo viso era diverso, più affusolato, più maschio, con l’ombra di una leggera barba e il sorriso di un bianco abbagliante. Ma quello che la teneva incantata a fissarlo, erano i suoi occhi: due schegge di un verde smeraldo che si notavano anche alla pallida luce dei neon.
Angelica sbatté le ciglia più volte, pensando di trovarsi in un sogno, da cui si sarebbe svegliata presto, ma il suo viso così vicino, la disorientava.
“Tutto bene?” le chiese David perplesso.
“Si .. scusa!” rispose ritirando la mano e infilandola nelle tasche dei jeans “Mi era parso che somigliassi a qualcuno!”
“Me lo dicono spesso!” borbottò lui sospirando “Sembra che somigli al chitarrista di un gruppo tedesco! … saranno le treccine!”
“A Tom!” rispose di getto la ragazza, trasalendo quando lui la fissò contrariato.
“Non sarai anche tu una di quelle esaltate!” le chiese con un tono tagliente.
“In che senso?” domandò sorpresa, ma indietreggiando colpita dal suo atteggiamento.
“Una loro fan!” rispose bruscamente “Sono stufo di essere bistrattato da quelle pazze furiose! Una si è accampata davanti casa mia per due giorni! … cose da pazzi!”
“Io non sono così!” sbottò la ragazza, guardandolo offesa.
“Ma sei una di loro!” esclamò David con tono di accusa.
“E allora?” Angelica alzò il viso con aria di sfida “Mi piacciono i Tokio Hotel e sto andando ad un loro concerto! Qual è il tuo problema?”
“Lasciamo stare!” le rispose seccato.
Si alzò di scatto, recuperò la sua sacca ed andò a sedersi in fondo al bus, girandosi di lato e affondando all’interno del sedile.
Rattristata e anche malinconica, la ragazza si sedette al suo posto, sospirando. Era dispiaciuta della spiacevole situazione in cui si era trovato David, riconoscendo che a volte le fans dei Tokio erano veramente odiose ed invadenti, al punto da rasentare l’ossessione, ma lei era una ragazza corretta. Non aveva mai cercato di sfondare i cordoni di protezione, o fatto scene isteriche per poterli toccare o vedere. Gli piaceva avvicinarsi a loro, cercare di vederli da vicino, ma non era mai neanche sognata di voler far loro del male.
Viveva della loro musica, delle loro emozioni, delle sensazioni inebrianti che le loro canzoni le davano, trasportandola in un mondo dove tutto era tagliato fuori, tranne che i suoi sogni.
Aveva un debole per Bill, lo ammetteva, che la faceva sognare con la sua classe, la sua voce, la sua stupenda aura che arrivava al cuore … ah, quanti sospiri e ricordi!
Sbirciò di nascosto il fondo del bus, ma riusciva a vedere solo il bordo della sua bandana!
Uffa! Eppure le era piaciuta la sensazione che provava con lui, anche se non era Tom!
Chissà perché si sentiva in colpa …
All’improvviso, senza sapere come, si ritrovò in piedi al centro del corridoio, che camminava verso di lui.
‘Che diamine sto facendo?’ si chiede mentre continuava ad avanzare, ma non accennò a fermarsi ‘Devo essere impazzita!’
Non fece in tempo a pensare altro, che si ritrovò davanti a lui, che alzò la testa e la fissò con aria interrogativa.
“Io … si insomma … io .. volevo dirti che ….” Deglutì più volte e poi, di botto, esclamò “Volevo chiederti scusa per tutto quelle che hai passato a nome di tutte le fan serie!”
Arrossì di colpo e girandosi, cominciò a correre lungo il corridoio per tornare a sedersi. Era quasi arrivata, quando la sua voce, la bloccò.
“Angelica!”
Si fermò di colpo e si girò molto lentamente, attenta a non minare il suo precario equilibrio che stava andando a pezzi.
“Tu non c’entri!” le disse sorridendo “Ma, grazie davvero! E’ stato molto gentile!”
Annuendo con la testa, la ragazza fece l’ultimo sforzo e tornò a sedersi, nascondendosi sotto il giubotto e chiudendo forte gli occhi, cercando disperatamente di dimenticare tutto quello che aveva fatto e sperando che fosse stato solo un sogno.
Senza accorgersene, lentamente, ma con un sorriso sulle labbra, scivolò nel sonno.

............ continued .....

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