Dream island!

Questo è un porto sicuro, dove si rispetta ogni essere vivente: ben arrivato, straniero!

martedì 2 novembre 2010

Cantare con Bill ...

.....

Imbarazzata, arrabbiata e seccata si liberò dalle sue braccia e cercò di sistemarsi la giacca per darsi un tono. Si lisciò i capelli nervosamente, mentre la luce del faretto continuava ad illuminarla. Non vedeva nulla a parte una massa indistinta di persone che agitavano le braccia verso di lei, ma non riusciva a distinguere la sorella.

“Cavolo, io l’ammazzo appena riesco a scendere di qui!” pensava arrabbiata “E adesso che faccio, dove vado?”
Avvertì una presenza vicino a lei e le luci del palco si accesero. Bill e gli altri la guardavano sorpresi dal suo atteggiamento e dal fatto che non si precipitasse verso di loro.
“Tutto ok?” le chiese il ragazzo perplesso “Grazie di essere venuta qui!”
“Veramente non volevo salire!” sbottò Belinda irritata “Non sono neanche una tua fan!”
Appena pronunciate le parole, avrebbe volute rimangiarsele. Bella figura in diretta davanti a migliaia di persone!
Sempre più nervosa, si toccava continuamente i capelli e la sensazione di saltare di nuovo giù dal palco era sempre più forte.
“Oh bhè, allora devo fare del mio meglio per farti conoscere la nostra musica!” rise imbarazzato anche Bill che non sapeva come gestire la strana situazione “Come ti chiami?”
“Belinda!” rispose lei alzando gli occhi a guardarlo. Accidenti, non riusciva a vederlo se non rovesciava la testa all’indietro.
Bill pronunciò il nome con un accento diverso, facendo diventare il nome ‘Bilinda’.
“Abbiamo quasi nomi uguali! Da dove vieni?”
“Italia, Torino!” borbottò lei
“Un’amica che viene da lontano! Però, parli bene il tedesco, vero ragazzi?” disse rivolgendosi al pubblico e coinvolgendolo nella strana conversazione.
“Grazie!”
Belinda si rendeva conto che la situazione diventava sempre più delicata e la sua voglia di scappare era sempre più evidente. Oddio, come aveva fatto a finire lì? Maledisse mentalmente Naomi che riusciva ora a vedere nettamente tra le prime file, la quale rideva a crepapelle e continuava a salutarla con la mano.
Ah, ma sarebbe andata giù a suonargliele a quella piccola peste!
Si accorse che il ragazzo le aveva chiesto qualcosa: che figura, sembrava una deficiente!
Si riprese in fretta, mentre lui le ripeteva: “Vuoi cantare?”
Senza una parola porse la mano per avere un microfono e appena lui glielo passò, fece un cenno a Tom di partire con la musica.
“Ok, andiamo!” gli disse, attaccando la prima strofa di ‘Automatic’.
La sua voce si diffuse nell’aria in modo chiaro, limpido, intonato facendo urlare le ragazze della platea.
Con un sorriso anche Bill iniziò a cantare con lei e dopo poco trovarono affiatamento, lui con i toni più alti, Belinda con quelli più bassi e profondi.
Ci fu un vero mix di voci, mentre anche il resto della band si sentiva travolgere dall’atmosfera magica che si diffondeva.
Belinda cantava, si muoveva di pari passo a Bill sul palco e sentiva tra le dita il pizzicare delle corde della chitarra di Tom, mimandone i gesti.
Il pezzo arrivò alla fine con sorpresa di tutti, che applaudivano e urlavano il loro coinvolgimento.
Con il fiatone Belinda si ritrovò a guardare il pubblico, felice e sorpresa da se stessa e da quella sensazione che la rendeva elettrica e viva.
Si voltò a sorridere a Bill che dall’alto della sua prestanza, le sorrideva con gli occhi.
Sì, in effetti era molto truccato, ma la vivacità di quello sguardo era autentico e non si meravigliava che sua sorella ne fosse innamorata.
A proposito di Naomi: si girò a guardarla e la vide che applaudiva come una matta, mentre gli occhi le brillavano e mimava con la bocca “è mia sorella!”
Non riusciva più a stare sul palco, aveva bisogno di scendere!
Rese il microfono a Bill e farfugliando un “Grazie!” gli fece un rapido inchino, alzò la mano in segno di saluto agli altri, e si apprestò a scendere dal palco, mentre all’indirizzo di sua sorella, fece un gestaccio, prontamente ripreso dalle telecamere e mandato sul maxischermo.
Una sommessa risata scosse tutti e un applauso spontaneo si alzò dal pubblico.
Rossa fino alle orecchie, svelta saltò giù cercando si arrivare alla sua postazione, mentre un uomo della sicurezza arrivava in suo aiuto. Intanto sul palco Bill parlò con il pubblico, ringraziandola ancora una volta e un’altra canzone partì dagli strumenti.
Belinda raggiunse la sorella che la abbracciò, anticipando la sua reazione furiosa, così rimandò il momento della ramanzina, visto che comunque non avrebbero capito nulla.
Rinunciando a scavalcare la transenna, si sedette a terra e continuò a seguire il concerto.
Era stordita, confusa e non riusciva a credere a ciò che le era appena capitato.
Era finita su un palco, a Berlino, a cantare davanti ad un pubblico non suo, con cantanti internazionali che neanche conosceva e che le avevano offerto un momento di gioia che aveva cancellato un anno di dolore.
Non riusciva a crederci: le era sembrato così naturale ricominciare a cantare … cosa era successo? Cosa l’aveva spinta a riprendere in mano il microfono? Sarebbe stato facile saltare giù dal palco e rifiutare di cantare! Tanto cosa avrebbero potuto fare? Poteva dire che non conosceva le canzoni!
Invece aveva raccolto la sfida e aveva cantato. Aveva cantato!
Dentro di sé una leggera tranquillità aveva cominciato a scorrere e seduta lì a terra continuava a sentire la musica senza più riuscire a muoversi.
Si sentiva come svuotata ….
Un lungo applauso e nomi gridati in modo ossessivo le fecero capire che il concerto stava terminando.
Bill si profuse in un lungo ringraziamento al suo pubblico e tra gli inchini, i quattro ragazzi lasciarono il palco.
Belinda si alzò, cercò di recuperare la sorella con l’amica e attesero che il palazzetto si svuotasse per poter anche loro raggiungere l’uscita.
Nella calma di quei pochi momenti, Naomi l’apostrofò:
“Allora, come si sente la nostra star?”
“Piccola manipolatrice, adesso che usciamo, ti conviene cercare aiuto perché sono sicura che se ti metto le mani addosso, i nostri genitori non ti riconosceranno più!”
“Ma che ingrata! Quando mai avresti avuto un pubblico di queste dimensioni?”
“Ah, dovrei anche ringraziarti!” sbottò seccata.
“Certo! … Com’è Bill da vicino? Che invidia!!” sorrise Naomi, strizzandole l’occhio.
Belinda ripensò a quegli occhi scuri e arrossendo ancora al ricordo, borbottò: “Alto!”
Scoppiarono a ridere, mentre Naomi si lamentava:
“Potevi almeno chiedergli un autografo per me!”
“Mentre cantava?” ribatté ironica.
“Ma anche alla fine, se non fossi scappata come un coniglio!”
“Credo che sia stato uno smacco per lui!” rise Annalisa “Di solito le fans gli saltano addosso, senza mai lasciarlo un secondo!”
“Se l’avessi fatto, sarei sembrata un panda aggrappato ad un albero … anzi, credo che non sarei neanche riuscita a scalarlo!” rise Belinda.
“Chiediamo al boy della sicurezza se può farci fare un autografo!” se ne uscì Naomi dirigendosi spedita verso l’uomo.
“Ma dove vai?” le urlò dietro la sorella.
Ormai non c’era verso di fermarla e dopo aver gesticolato un po’, fece loro cenno di raggiungerla.
“Oddio, quando finirà questa giornata!” sbuffò Belinda tirandosi indietro i capelli.
“Ho detto a questo signore che ero tua sorella e siccome ti sei emozionata sul palco perché sei timida, non hai avuto il coraggio di chiedere un autografo! Se aspettiamo qui buone buone, vede cosa si può fare!” disse ridendo “Sai, credo che tu gli sia piaciuta! … Magari è lui che ti chiede un autografo!”
“E’ incredibile la tua faccia tosta!” rise Annalisa “Ma ti adoro!”
“Lo so! Ah, se non ci fossi io …” rise lei “A proposito Linda, sai che pensa che io sono la sorella maggiore? Sarà perché sei una nanetta?”
Belinda aveva sempre sofferto per la sua statura piccola, ma dopo il misero confronto con Bill e le prese in giro della sorella, si ribellò, mollandole uno spintone.
“Non credere di passarla liscia! Sarò anche piccola, ma sono la più grande e posso rispedirti a casa a calci nel didietro!”
“Permalosa!” rise Naomi, mentre schivando un altro schiaffo, l’abbracciava “Però, ‘Bilinda’, canti proprio da dio!”
“E’ vero!” affermò Annalisa “Era emozionante vedervi! Ti ho ripresa con il telefonino! Spero si veda bene!”
In quel momento il ragazzo fece loro il gesto di seguirle e, con passo spedito, raggiunsero le quinte del palco e vennero indirizzate verso il fondo di un corridoio.
Belinda avvertì di nuovo quella familiare sensazione di darsela a gambe, ma la sorella la teneva prudentemente per un dito, ridacchiando sottovoce.
“Ti diverti, vero?” borbottò dandole un’occhiata in tralice.
“Su, se superi questa, vuol dire che sta andando tutto per il meglio!” rise l’altra.
Un uomo dalla corporatura media si presentò dicendo di chiamarsi Marcus e le fece accomodare in una saletta spoglia, dove c’erano solo qualche sedia di plastica, un appendiabiti di metallo e qualche cassa di strumenti.
“Attendete qui!” le salutò con un sorriso, dando loro un pass da ospiti.
“Sto morendo di fame!” si lamentò Belinda, ravvivandosi i capelli.
“Ti prometto che ci faremo la più grande pizza del mondo se resisti giusto il tempo di farmi fare una foto con Bill e un autografo!” le disse Naomi, incrociando le dita.
“Perché non aspettate solo voi? Io vado fuori! Qui mi manca un po’ l’aria!”
“E ci lasci da sole? Guarda che abbiamo avuto questo trattamento solo perché c’eri tu!” le disse di rimando Annalisa “Credi mica che facciamo passare tutte quelle che lo chiedono?”
“E’ proprio questo che non mi va giù!” mormorò la ragazza alzandosi e passeggiando avanti e indietro “Mi sento già abbastanza idiota per come mi sono comportata … mi è sembrato che tutti quelli che ci guardavano, ridessero alle mie spalle!”
“Ma no, l’hanno scambiata per timidezza!” rise Naomi “Anche se solo noi sappiamo che eri incazzata nera!”
“Non è stato per nulla divertente!” protestò Belinda avvicinandosi minacciosa.
“Sì, lo so … scusami ….” rispose fintamente contrita “Ma avevi una faccia, che non ho potuto resistere!” e scoppiò a ridere.
“Ah, ah, molto spiritosa!”
“Davvero Linda, durante il concerto avevi un’aria così … rapita!” la incalzò Annalisa “E poi mimavi benissimo il movimento della chitarra!”
“A me è sembrato che il tuo posto fosse lì, sul palco!” mormorò Naomi guardandola molto intensamente.
“No! Non mi è piaciuto che avete scelto per me … e davanti a tutta quella gente!” si ribellò lei.
“Ma chi pensava che ti avrebbero presa!” si difesa l’amica.
“Bhé, basta aiutare la fortuna!” ridacchiò la sorella, rigirandosi tra le mani la croce incriminata.
“Mi prudono ancora le mani e se …” cominciò Belinda avanzando verso la ragazza prendendola per il bavero della giacca.
Proprio in quel momento la porta si aprì alle loro spalle, lasciando passare Tom, Gustav e Georg.

... continued ...

Nessun commento:

Posta un commento